Precedentemente abbiamo visto che il problem solving è una delle soft skill più importanti per raccogliere le sfide della supply chain in ambito logistico. Ma ci sono altre competenze chiave per chi si occupa di gestire la Supply Chain. Le abbiamo raccolte in questo articolo, e per capirle meglio partiamo dalla definizione vera a propria di supply chain.
La gestione della catena di distribuzione riguarda diverse attività logistiche delle aziende, con l’obiettivo di controllare le prestazioni e migliorarne l’efficienza. Tra queste attività sono incluse la catalogazione sistematica dei prodotti e il coordinamento strategico dei vari membri della catena di distribuzione.
– Wikipedia
Descrivere agli altri cosa sia una supply chain non sempre è facile, e allo stesso modo non è semplice definire quali attività svolge un supply chain manager, essendo una professione dalle diverse sfaccettature, multidisciplinare e che richiede competenze diverse in ambiti diversi.
Di cosa si occupa un Supply Chain Manager
In un mondo sempre più digitalizzato, nel quale la supply chain riveste un ruolo via via più importante, la professione del responsabile della catena logistica e degli approvvigionamenti si sta rivelando strategico per molte aziende. Una risorsa che gestisce l’intera filiera della catena logistica: quindi dall’approvvigionamento delle materie prime al loro trasporto e immagazzinamento. Si occupa inoltre della spedizione dei prodotti finiti, di gestire i rapporti con i fornitori e delle giacenze. Sintetizzando possiamo dire che il Supply Chain Manager pianifica, organizza e soprattutto ottimizza le attività della supply chain.
Le competenze del Supply Chain Manager
Viste le diverse attività che questa figura professionale deve gestire, è chiaro che le sue competenze siano incredibilmente trasversali. Solitamente la sua formazione passa attraverso una laurea in Economia e Management oppure in Ingegneria Gestionale o dei Trasporti e della Logistica.
Non si occupa direttamente di marketing e finanza ma le sue competenze in questi settori devono consentirgli di operare nella giusta direzione per ottimizzare i costi ed evitare gli sprechi. Deve conoscere il risk management per essere in grado di rendere la propria filiera il più resistente possibile a seconda del tipo di azienda nella quale opera (per esempio quella alimentare avrà una gestione delle scorte molto diversa da quella chimica).
Pur non essendo un IT manager, il SCM deve avere competenze in ambito informatico, per seguire gli sviluppi della digitalizzazione e del commercio elettronico, pianificando la sua crescita e analizzando le sue prestazioni. Utilizzando software appositamente sviluppati per la supply chain, sarà quindi possibile gestire i passaggi ed ottimizzarli. Ecco quindi di crescente importanza la skill digital dexterity, cioè la capacità di adattarsi a nuove tecnologie in tempi brevi.
Un altro aspetto basilare è quello della pianificazione di una catena logistica efficiente: competenze importanti sono la capacità di confrontarsi con i vari attori coinvolti, dai fornitori all’ufficio vendite, agli operatori del magazzino fino ad arrivare al proprio team.
Per concludere possiamo dire che il SCM è una risorsa che deve possedere capacità di ascolto e di leadership, sapendo gestire e addirittura prevedere i cambiamenti. La preparazione in ambito informatico infine, è decisiva per rendere davvero efficiente la catena di approvvigionamento.